– EMILIA –

1995 / 1996  – EMILIA –

Pub–restaurant, Casteggio (PV) – Italy.

Dimension: 160.00 sqm. (interior)

Una ferrovia sopraelevata con un modello di treno che corre sui binari e una fonte d’ispirazione per l’archeologia industriale.


Il locale fu realizzato al piano terra di un palazzo dell’Ottocento sulla piazza principale della cittadina Oltrepadana, lungo la Via Emilia appunto, dove dal 1987 la famiglia gestiva una birreria, paninoteca, spaghetteria. La progettazione riguardò ogni singolo pezzo di arredamento, tavoli, sedie, rivestimenti, che furono disegnati a mano e progettati a tecnigrafo (era il 1994), e poi realizzati da artigiani locali con legno pregiato vetro e ferro.. era un locale unico, assolutamente originale, lontano da soluzioni standardizzate.

In quegli anni diverse ditte produttrici di birra (Guinness, Stella Artois, Lowen Brau etc..) proponevano ai bar Italiani che avevano due spine, quattro panche di legno e generalmente si chiamavano birrerie – paninoteche, di modificare a costi esorbitanti la loro immagine acquistando arredi che riproducevano con materiali scadenti gli arredi dei pub irlandesi, delle stube tedesche, dei bistrot francesi. La sfida era quella di competere con questi colossi che stavano sbaragliando il mercato, al punto che chi non si aggiornava rischiava di scomparire.

Il successo oltre ogni aspettativa si ottenne puntando sullo stile italiano. Alcune ricerche al Politecnico di Milano sui Cafè Chantants e sui bar storici Milanesi lo convinsero a rifarsi al design degli anni Venti e Trenta, al linguaggio del Liberty Italiano, dell’architettura del ferro.. il Locale unico nel suo genere, venne inaugurato a fine agosto del 1995 e fino al giorno della sua chiusura 31 gennaio 2007 fu sempre frequentatissimo.
Gli ospiti erano stupiti da una ferrovia sopraelevata sulle cui rotaie sbuffava e arrancava il modellino in scala di un vecchio treno. Il trenino è un gioco, ma qui diventava un elemento simbolico: il simbolo di un’epoca e della storia. La sua collocazione, assolutamente inusuale, sembrava scherzare con i ruggiti e gli splendori della macchina a vapore.

Oggi lo definiremmo un ambiente narrativo ….. qualcosa che si fondeva con la fiaba, con l’immaginario, con le notti invernali… e ormai, purtroppo, con la memoria e i bei ricordi delle tante persone che lo hanno vissuto.